Anno 1985!
Lo scopo di questa missiva è quello di rendere giustizia a unagenerazione, quella di noi nati negli anni '80 (anno più, anno meno),
quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere
oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla Luna,
non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum
sull'aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia '90.
Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo
ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto
sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci
sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto,
nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto,
e nessuno glielo dice.
Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a
saltare la corda, a giocare al lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso
tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai
parchi di divertimento o aver visto i cartoni
animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante
e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le
nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i
10 anni.
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non
Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a
fare la Maturità
e i pionieri del 3+2...Siamo stati etichettati come Generazione X e
abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly
Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).
Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di
Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato
con Cristina D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon.
Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la
droga.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co.
e quelli per cui non gli costa niente licenziarci.
Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non
avessimo vissuto nessun avvenimento storico.
Abbiamo imparato che cos'è il terrorismo,abbiamo visto cadere il muro
di Berlino e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza
Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra
generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.);
abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere molto
bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque
altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che
internet sarebbe stato un mondo libero.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.
Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer
e Terence Hill.
Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a
usare dei gettoni del telefono.
Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.
Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba
erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come
resto.
Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi
giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego,
dei Puffi, i Volutrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara,
l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy,
Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machine,
Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno
insieme.
La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale '82, e che ci viene un
riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che
l'Italia di quest'anno è la favorita...
L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi
della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi:
viaggiavamo in macchina senza cinture,
senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore
e non soffrivamo di sindrome da classe turistica.
Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconidi medicinali con
chiusure a prova di bambino.
Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i
gomiti.
Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle
penitenze
Era bestiale.
Non c'erano i cellulari.
Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una
cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le
rotelle!!
Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi.
Al limite uno era grasso e fine.
Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai
infettato.
Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri
sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali
televisivi,
dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo
tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra
tirando su di tutto;
bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non
imbottigliata, che bevono anche i cani!
E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e
giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una
chat dicendo
:) :D :P
Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo
imparato a crescere con tutto ciò.
Tu sei uno dei nostri? Congratulazioni!
Invia questo messaggio a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di
crescere come bambini.
1 Commenti:
>la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia '90.
Vero. Degli anni '80 non ricordo granché (giusto qualche flash). L'estate del 1990 invece me la ricordo benissimo. Avevo 8 anni e cercavo di emulare con i miei amici le gesta di Totò Schillaci e Roberto Baggio nel giardino della casa in Versilia. I pali della porta: due alberi distanti 3 metri. Ostacolo principale: un aiuola di rose nel bel mezzo del campo. L'odore dello zampirone nelle narici, la tv accesa da cui risuonavano le note di We are the champions (ma ignoravo tutto il resto), le giornate in spiaggia e la rovente sabbia della Versilia che rimaneva appiccicata ovunque. 16 anni fa... un'enormità
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